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La leggenda narra che nel 1525, dopo la disastrosa battaglia di Pavia, il Re Francesco I di Francia si arrese all’Imperatore Carlo V.
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I pochi superstiti del I Reggimento delle guardie scozzesi del re di Francia, ripartirono verso casa dopo la battaglia.
Una volta giunti in Val Cannobina furono costretti a fermarsi fino a primavera a causa della neve.
L’ambiente ostile e inaccessibile ma allo stesso tempo fertile di quelle terre, ricordò loro le Highlands scozzesi e decisero dunque di fermarsi lì.
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A dimostrazione della permanenza di questi soldati scozzesi ci sono: i registri parrocchiali del paese dove è possibile leggere i nomi dei loro discendenti; il dialetto locale che comprende circa 800 parole di origine gaelica (come attestato da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Zurigo); i cognomi come Patritti, di netta derivazione da Patrick; influenze scozzesi a livello architettonico riconosciute nelle abitazione del paese che non si riscontrano in nessun altro villaggio della valle.
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Nel 1973 il tenente colonnello Gayre of Gayre and Nigg barone di Lochoreshyre dopo diverse ricerche storiche, appurata l’appartenenza dei gurresi al Clan, decise di utilizzare la funzione del rilascio del bando di adozione per fare in modo che gli abitanti del piccolo borgo di Gurro potessero usufruire dei diritti riservati agli appartenenti ai Clan scozzesi e precisamente a quelli riservati al Clan Gayre.
In occasione del riconoscimento, furono donati a Gurro il kilt ufficiale del Clan Gayre (il cui colore principale è il verde) e la sporran originale (la borsetta di pelle e pelo usata come portaoggetti e per evitare che il kilt si sollevi).
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Gurro e la Scozia
Il bando di adozione incorniciato e dipinto a mano
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